
Eccomi di nuovo cari e
affezionatissimi lettori di AVOC, dopo la pausa estiva che mi sono
concesso (pausa è un termine inappropriato, dato che ho viaggiato in
Tunisia, sono stato educatore in un centro estivo per un mese e capo
scout ad un campo…) è giunto il momento di tornare alla routine, ed
è quindi ora di riprendere a recensire qualcosina (io adoro
recensire…) (come no? ndBill). Allora, l’ultima volta mi era
toccato con mia immensa gioia il gioiello estivo della Take 2 (sto
parlando di Hidden & Dangerous…) e giusto per rimanere in tema
di Seconda Guerra Mondiale mi vedo recapitare dal braccio ingessato (e
pure avvitato, visto che ho una vite che mi spunta fuori dal polso…)
del nostro Fabio (al quale faccio i miei auguri di pronta
guarigione…) un bel simulatorone di volo (arrrrgh!) ambientato
nell’Europa del secondo conflitto. Voglio ora raccontarvi le
avventure di un ragazzo che, pur odiando i simulatori di volo deve
farne una recensione, e voglio farvi capire cosa vuol dire, per un
tipo così, avere uno dei primi impatti col genere. Giunto a casa
pongo lo zaino sul letto, apro con paura la cerniera ed estraggo da
una busta di plastica il pacchetto recapitatomi. Estraggo l’oggetto
e mi accorgo già del primo fatale errore che ho commesso quando
congedandomi da Fabio, con un sorriso ad 812 denti, ho implicitamente
accettato di lavorare su di un titolo di questo genere: esamino il
bustone e ne tiro fuori il CD iridato, poi l’incubo, infilando di
nuovo la mano nel sacchetto mi trovo fra le dita un manuale formato
mattone, il classico manuale fantozziano immancabile in ogni
simulatore di volo… Disperato invio una E-mail ad un amico e fedele
lettore, appassionato di simulatori (ciao Renato!) che mi rassicura
prontamente facendomi presente che di un titolo come EAW ci si può
fidare, e che magari alla fine mi piacerà anche. Allora che faccio,
prendo sto benedetto CD e lo infilo nel mio lettore, il ronzio si alza
dopo pochi istanti e il gioco parte, dopo una breve installazione. La
schermata che mi accoglie già mi fa assaporare l’intensa atmosfera
anni ‘40, con un disegno simil-manifesto propagandistico di grande
effetto (pochi colori, sgargianti e marcati…), c’è già qualcosa
che mi attira in questo gioco. Solito
menu, solite impostazioni: nuova campagna, volo rapido bla bla bla…
Giungo ben presto al menù di selezione per la missione che mi aspetta
e scopro subito una gradita sorpresa: posso non solo scegliere con
quale aereo partire, ma scegliendo la missione in singolo ho la
possibilità di personalizzare completamente la mia avventura nei
cieli. Partendo dal punto di partenza e dal punto di arrivo,
selezionando due dei punti fra il centinaio che sono disponibili,
arrivo alla scheda nella quale posso scegliere fra le innumerevoli
opzioni quelle più consone al tipo di missione che ho intenzione di
intraprendere, sia questa la scorta di un aereo importante, la pulizia
dei cieli o il bombardamento di una città del nemico. Mi è data
anche la possibilità di poter scegliere quale causa sposare, se
essere un alleato (Americano o Inglese a scelta, sia l’U.S.A.F. sia
la R.A.F. sono a nostra disposizione, con i loro aerei specifici e ben
differenti…) o un pilota teutonico a bordo di qualche gioiello della
Luftwaffe. La gamma di aerei messa a nostra disposizione è abbastanza
ricca e avremo la possibilità di utilizzare il tipo di aereo che
riteniamo più opportuno a svolgere tale missione. Gli statunitensi
potranno contare su macchine quali il Lockheed P-38 Lightning, uno dei
primi caccia progettati dalla U.S.A.F. e subito diventato uno dei più
sfruttati bombardieri alleati; il North American P-51 Mustang, aereo
che studiato inizialmente per compiere brevi missione, che vede con
l’impiego del nuovo motore della Rolls Royce e ha una nuova vita dal
’44 e si trasforma da questo momento in avanti nel più famoso e
temibile caccia da scorta in alta quota della Seconda Guerra Mondiale.
Dal canto suo la R.A.F., mette a propria disposizione aerei come il temibile Supermarine Spitfire, indiscusso protagonista della
Battaglia d’Inghilterra, mentre la Luftwaffe si difende con velivoli
del calibro del Focke Wulf Fw190 o con il Messerschimitt Me262a, primo
aereo a reazione efficacemente impiegato durante il conflitto. Non che
mi abbiano detto molto questi nomi (ammetto di dover essere stato
costretto a ricorrere al manuale…) ma sapete, c’è chi per queste
cose va matto ed io sono più contento se riesco a fare felice un
po’ tutti. Ma dopo tante cose è meglio che inizi a descrivervi un
po’ anche il gioco vero e proprio. Vedete, la Microprose
(produttrice del gioco) deve aver puntato su uno degli aspetti che
negli ultimi tempi erano andati sempre di più scemando dai simulatori
di volo; sto parlando del coinvolgimento un po’ arcade (per quanto
possa essere arcade un simulatore…), quel non so che di coinvolgente
che nelle simulazioni di volo moderno viene a mancare, a causa
delll’eccessiva automatizzazione degli aerei da simulare, che
richiedono tutto un altro tipo di impegno da parte del giocatore.
Mancava il feeling diretto fra pilota e aereo, quel legame quasi
affettivo che nei due conflitti ha legato l’uomo governatore alla
macchina alata, cavallo inarrestabile di mille battaglie. Immaginate
invece di trovarvi a bordo di un aereo privo di tutti i comforts
moderni, privo di lucine, indicatori, radar (i nemici si cercano ad
occhio nudo, ragazzi…), privo di HUD ipertecnologico, di armi a
puntamento, privo persino di armi diverse dalla mitragliatrice e dalle
bombe da sgancio. Immaginate di trovarvi a bordo del vostro Spitfire e
di sorvolare la manica , quando, all’improvviso, vi vedete sbucare
da sotto le nuvole un aereo della Luftwaffe, e armati di sola
mitraglia dovete sparare all’impazzata tentando di mantenere
l’obbiettivo all’interno del mirino dipinto sul vetro del vostro
parabrezza, di dover sopravvivere solo con la bussola e l’altimetro.
Potrete così vedere il nemico entrare in stallo a causa di un danneggiamento troppo marcato all’ala, o entrare voi
stessi in giro di vite e non poterne più uscire perché con il vostro
baraccone di tela e lamiera le leggi della fisica si rispettano tutte,
dalla prima all’ultima.
Provare la cabrata ad alta velocità è
veramente divertente, è come cercare di tenere fermo un foglio di
carta in mezzo ad una tempesta: l’aereo inizia a vibrare
intensamente e a beccheggiare
violentemente come fosse una nave in balia delle onde, doveva essere
veramente dura la faccenda vissuta in prima persona. La simulazione è
veramente fedele e riproduce ogni effetto prodotto dalle correnti
d’aria sul velivolo. Se eravate abituati ad aerei silenziosi, capaci
di compiere le più assurde manovre producendo solo un sibilo sappiate
che European Air War vi donerà tutt’altro che questo: sentire il
frastuono di un bimotore che combatte contro vento è tutta un’altra
cosa. La simulazione vi permetterà anche di imbattervi in ogni tipo
di condizione metereologica, perché potrete dunque provare
l’emozione di un intervento sulla manica immersi in un bel banco di
nebbia, o partire al crepuscolo ammirando all’orizzonte il cielo
rosso a pecorelle. Che il cielo sia terso o impastato dalla nebbia farà
poca differenza comunque, quando scoprirete che il vero avversario non
è il luogo che vi ospita (il cielo…), ma il nemico, che utilizzando
una intelligenza artificiale particolarmente avanzata vi mostrerà in
breve ogni formazione di
volo in uso durante la guerra. Dalla
vostra parte avrete comunque la possibilità di comunicare vari
comandi ai compagni di volo e addirittura da impartire direttamente
alla base. Per quando riguarda il lato puramente grafico, che posso
dire? Oramai se il dettaglio non è di un certo livello tanto vale non
comperarlo neanche un gioco simile, quindi ci siamo pienamente: gli
aerei sono riproduzioni fedeli degli originali ed i paesaggi sono
riprodotti molto fedelmente, tutto OK! In conclusione un bel gioco, se
amate il genere; se non lo amate è un bel gioco lo stesso, ma
sappiate che la gavetta del simulatore provetto è molto dura, fate
voi. Io ringrazio ancora Renato per l’appoggio morale e mi scuso per
il ritardo della consegna (per il quale rischi una recensione
punitiva… ndBill). E’ tutto, alla prossima.
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Titolo: European Air
War
Software House: Hasbro
Interactive
Sviluppatore: Microprose
Distributore: Leader
Prezzo: Lire 109.900
Requisiti minimi: Pentium
133, 16 Mb di RAM, Cd-Rom 4x, 250 Mb Hard Disk, Scheda
Audio e Video comp. DirectX 6, Windows 95/98.
Requisiti consigliati: Pentium II
233, 64 Mb Ram, Scheda Audio 16-bit, Acceleratore
Grafico Comp. D3D, Joystick.
Gioco provato su: K6-2 400,
128 Mb Ram, CD-Rom 24X, Matrox Mystique G-200 8 Mb, Sound Blaster 16.Con questa
configurazione il gioco non ha presentato alcun tipo di problema.
Grafica - 
Non c’è male, tutto nella
regola, insomma per una simulatore va bene così.
Effetti Sonori - 
Ho apprezzato molto gli effetti
presenti nel gioco, soprattutto le vibrazioni che il mio aereo produceva
durante la cabrata. Tutto molto realistico, inoltre gli effetti sonori
sono indispensabili, poiché di radar proprio non se ne parla e
l’udito sarà il nostro terzo occhio.
Musica - 
Chiaramente durante il volo non ce n'è, comunque quella che vi
accompagna tra i menu è piuttosto piacevole.
Giocabilità - 
Cioè, fate voi. E’ un
simulatore di volo, dunque i primi passi saranno duri veramente. Poi
tutto starà in voi e nella vostra abilità, per essere giocabile lo è.
Insomma l’aereo si governa bene, ma quando si entra nella fase
d’attacco la questione diventa più dura.
Longevità - 
Le missioni sono tante, divise
in tre campagne lunghe ed esaurienti, inoltre è possibile
personalizzare la missione come più ci piace ed inventare nuove
avventure: di roba c’è ne da fare, eccome!
Real. Tecnica - 
Qualche bug, ma nulla di grave. Nel compenso, pià che buona.
Ric. Hardware - 
Le richieste non sono particolarmente proibitive. Vi basterà un
semplice PII a 233 Mhz dotato di 64 Mb Ram e scheda 3D per godervi il
gioco al meglio.
Totale - 
Come gioco niente male, se
amate il genere provatelo, altrimenti giocatelo a casa di un amico e poi
decidete, questo è il mio consiglio. Comunque niente male.
Ringraziamo Leader per averci fornito il materiale recensibile.
Immagine N°5
Immagine N°6
Immagine N°7
Immagine N°8
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